Approfondimenti, Immagini
Cattedrale di Oristano: foto di alcuni dettagli
La Cattedrale Santa Maria Assunta di Oristano, la cattedrale più grande della Sardegna, è il duomo di Oristano e la chiesa madre dell’Arcidiocesi Arborense. In occasione di “Monumenti Aperti” è stato possibile accedere anche alle aree normalmente non aperte al pubblico, come la sagrestia, dove sono conservate interessanti opere e reperti.
Di seguito un reportage fotografico a cura di Cinzia Carrus e Nicola Marongiu, nel quale potrete osservare da vicino diversi dettagli dell’interno della Cattedrale: dai preziosi antifonari scoperti dal prof. Giampaolo Mele nella chiesa di Santa Chiara alle cappelle dedicate ai singoli santi, fino al magnifico trono ligneo realizzato dal Maestro Battista Casu insieme a suo figlio; i dipinti, gli affreschi e altro ancora.
Per approfondire sugli antifonari potete scaricare il pdf de “Un Manoscritto arborense inedito del Trecento: il codice 1bR del monastero di Santa Chiara di Oristano” Oristano, Editrice S’Alvure, digitalizzato dall’Università di Sassari: click qui
Potete trovare ulteriori informazioni sulla Cattedrale e la sua pianta con legenda sotto alla galleria immagini.
Mappa della Cattedrale:
Legenda:
1. Altare celebrato.
2. Cattedra vescovile.
3. Cappella del Santissimo.
4. Battistero.
5. Fonte battesimale.
6. Pulpito.
7. Ambone.
I. Cappella dell’Annunziata.
II. Cappella di San Michele.
III. Cappella di Sant’Archelao.
IV. Cappella di San Luigi Gonzaga.
V. Cappella di San Giovanni Nepomuceno.
VI. Cappella di San Filippo Neri.
VII. Cappella di San Giuseppe.
VIII. Cappella del Sacro Cuore di Gesù.
IX. Cappella gotica.
X. Sacrestia dei Beneficiati.
XI. Coretto.
XII. Torre campanaria.
“Le prime attestazioni dell’esistenza a Oristano di una cattedrale dedicata all’Assunta risalgono al 1131, in un atto di donazione al Comune di Genova. La presenza quasi millenaria di questa grande costruzione risulta situata al limite del centro storico oristanese. Tuttavia la cattedrale odierna presenta pochissimi elementi delle precedenti forme romanico-gotiche. I primi interventi sull’originale si resero necessari all’inizio secolo del XIII con il rifacimento di alcune parti, tra cui la copertura lignea ed i portali d’ingresso. Una prima sistemazione in forme gotiche si deve a lavori effettuati nel XIV secolo quando fu riordinata la zona presbiterale con l’inserimento del coro e l’allineamento di due cappelle per parte che si affacciano su un vasto transetto e disegnano così una pianta tipica delle architetture monastiche italiane. Un altro elemento di impronta gotica è la torre campanaria che con la sua sezione ottagonale e la disposizione su tre ordini non tradisce la sua origine, riscontrata in altri edifici coevi di matrice catalano-aragonese. Nel 1626 terminarono i lavori di ampliamento del presbiterio con la realizzazione di un vano ancora oggi esistente adibito ad archivio e la costruzione della sacrestia, attigua alle cappelle del transetto sud. A lavori conclusi l’effetto fu un felice connubio tra architettura gotica e decorativismo rinascimentale. Con il passaggio sotto il dominio piemontese si resero necessari i lavori di ristrutturazione che portarono alla ricostruzione della cattedrale tra il 1729 ed il 1745. Si privilegiò il progetto ad una sola navata con tre ampie cappelle laterali, scandito da archi a tutto sesto e copertura a botte; la quarta campata, coperta da una cupola, è il risultato del prolungamento dei bracci del transetto. Nel 1741-42 fu realizzato l’altare maggiore assieme al pulpito, alla balaustra, alla scalea, alla credenzina ed alle pile battesimali, opere del marmoraro Pietro Pozzo. Nel 1745 la Cattedrale fu nuovamente consacrata. Altre opere si aggiunsero nel XIX secolo con la costruzione nel transetto di due grandi cappelle, intitolate rispettivamente a San Luigi Gonzaga nella parte destra, e San Giovanni Nepomuceno a sinistra. Le testate del transetto hanno absidi semicircolari con copertura a calotta sferica. Alcuni lavori furono eseguiti anche nel Novecento: al 1912 si fa risalire quasi interamente la decorazione pittorica interna ad opera del professor Ballerini di Ancona. La facciata rimane a tutt’oggi parzialmente incompiuta, avendo decorato solo l’ordine superiore”.