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Il lato mistico dei Murronarzos di Olzai
A Olzai, uno dei gioielli della Barbagia, esiste una figura chiamata “Murronarzo”. Chi è? Quale può essere la sua origine?
Sin dalla preistoria l’uomo cercò di investigare i fenomeni della natura e iniziò a formulare i vari concetti di divino successivamente rielaborati e assorbiti dalle religioni diffuse nel mondo d’oggi, come abbiamo visto in “Le metamorfosi del misticismo in Sardegna”.
Le diverse esperienze e forme di misticismo – inizialmente condivise dalla comunità in modo paritario – con l’interruzione della matrifocalità e l’affermazione delle società patriarcali passarono dalla modulazione comunitaria ad una sempre più rigida gestione da parte delle caste.
Gli antichi concetti e manifestazioni del misticismo – pur attraverso le stratificazioni millenarie – si ritrovano ancora nella cultura del sacro in Sardegna, vivono nelle parole della lingua sarda e, più o meno velatamente, nelle tradizioni dell’isola.
Tra i Profeti di questa cultura incontriamo i Murronarzos di Olzai, in Barbagia.
I Murronarzos sono antichissimi personaggi: oggi li conosciamo mascherati da maiali e sembrano evocare un particolare rituale e rimandare a remoti concetti, anche alla luce della loro attuale collocazione nel periodo carnevalesco.
Ciò che oggi individuiamo come Carnevale, infatti, nell’antichità era il momento dell’anno cui si festeggiava il Dio della Natura a seguito del Solstizio d’Inverno: un importante momento di transizione, di rinnovamento, per tutti gli esseri viventi. Era proprio in questo contesto che, tramite le celebrazioni di riti e la rievocazione di miti, si entrava in contatto con la sfera cosiddetta Divina, con il “Sopra”, che garantiva la fecondità e il rinnovamento della vita. Vediamo nel dettaglio una ricostruzione delle origini della parola “Murronarzo” ad opera del linguista Salvatore Dedola, tratta dal capitolo VI “Il Seme Sacro” del documentario “Sardegna Tempio delle Acque”:
Guarda le immagini dei Murronarzos di Olzai:
Murronarzos e Intintos di Olzai (Nuoro)
Il Mediterraneo è ricco di testimonianze in cui il Dio della Natura è rappresentato in forma di maiale/cinghiale, dalle celebri vicende di Adone fino a Sant’Antonio Abate. Scopriamo così che la figura di Sant’Antonio Abate, Sant’Antoni in Sardegna, è connesso al tema della rinascita della natura e dei riti fertilistici, e alla simbologia del “seme”. Noto in Sardegna come Sant’Antoni ‘e su Porcu o Sant’Antoni e su Fogu, è collegato al Carnevale e al “rito del Fuoco” inteso come celebrazione del Sole. Santu Antòni viene dall’’accadico šatû(m) (“bere”) + antu (“spiga d’orzo”). Quindi Sant’Antòni non è altro che il Dio della Natura, colui che in età arcaiche veniva invocato per far piovere sull’orzo appena seminato al Solstizio d’Inverno. Per approfondire la figura di Sant’Antoni, vedi l’articolo e l’ulteriore estratto del documentario a questo link: “Sant’Antonio e il Maiale, amici dalla Preistoria”.