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13 parole della lingua sarda e i loro segreti nella “Sardegna Tempio delle Acque”
13 parole sarde e i loro segreti nel documentario interdisciplinare “Sardegna Tempio delle Acque”
13 parole della lingua sarda (e non solo) con le loro storie e origini – ritrovate principalmente nel Sumerico, nell’Accadico e nell’Ebraico, intrecciate con tutte le culture mediterranee dall’antichità fino ad oggi – e i loro affascinanti misteri narrati dal linguista Salvatore Dedola, attraverso le visioni e i suoni della Sardegna ri-scoperta in tutto il suo potente splendore. In questo documentario tra la linguistica, l’archeologia, l’antropologia, la mitologia e la performance art, è il Culto dell’Acqua il filo conduttore.
Regia: Nicola Marongiu, Cinzia Carrus, Francesco Orrù
La colonna sonora originale composta per il documentario è a firma di Nicola Marongiu, Oscar Quiroz Arias, Matias Quiroz Arias; altri importanti contributi musicali sono di Gesuino Deiana, Andrea Cutri, il gruppo sardo-andino Nazka (con i brani “Equatore”,”Portugal”, “Clorofilla”, “Gaia”), Marco Aritzu.
Il documentario completo comprende la trattazione di tantissime altre parole ed espressioni sarde e italiane (107 in tutto), e nei suoi 90 minuti è articolato in undici capitoli:
1. Sardegna Tempio delle Acque (introduzione)
2. Maschera e Potere
3. Cerchio del Palo
4. Abba, Mu – L’Archetipo Vitale
5. I Profeti dell’Acqua
6. Il Seme Sacro
7. Il vero volto dei Diavoli
8. Una Danza Zoppa
9. Il Tempio delle Acque – le Porte della Purificazione, il luogo della Salute
10. La Dea delle Acque
11. Le Processioni dell’Acqua – il Culto della Vita.
In estrema sintesi, “Sardegna Tempio delle Acque” è un viaggio tra i luoghi, i riti e le tradizioni mediterranee, partendo dalla Sardegna, attraverso uno sguardo che arriva ad esplorarne le radici arcaiche, oltre le maschere del Carnevale. Le connessioni tra i diversi personaggi ed i combattimenti rituali che animano il Carnevale sardo e i miti di Morte e Resurrezione che ritroviamo nei riti di Adone in Siria, Dioniso in Grecia, Baal in Canaan, Osiride in Egitto, Tammuz in Babilonia; “Carnevale” (Carnasciale, Carrasciale, Carresegare), nella sua accezione di“dissacrazione-sommersione del Potere”; la Sartiglia di Oristano, osservata fino alle sue origini rivela il ruolo del Cumponidori come Sciamano, Estatico, Profeta (“colui che fa sgorgare acqua dai cumuli-nembi”). I pozzi sacri nuragici, le fonti “miracolose” come quelle di San Leonardo di Siete Fuentes vicino a Santu Lussurgiu, accanto alle quali i Templari costruirono la chiesa che oggi conosciamo e un ospedale, proprio in virtù delle peculiari qualità delle acque del luogo. I particolari tipi di pane della Sardegna: ad esempio, Su Pani de is Bagadius (Siurgus Donigala), che viene portato in processione come Cristo Morto sulla Croce, trova le sue origini nei riti dedicati al dio Adone. Le sacerdotesse e i sacerdoti, nonché le varie personificazioni del Dio della Natura, trasformati nel tempo e giunti fino ai nostri giorni, capovolgendone la valenza, come “diavoli” (ad esempio Maimòni/Maimòne, Cambilargiu, Brutu, Mascazzu, Leunardu, Musteddìnu/Boe Muliake). Tutto è legato al medesimo culto: il Culto dell’Acqua.
La Sardegna è terra ricca di testimonianze che sta a noi preservare, curare e saper collegare tra loro per arrivare all’Essenza: il pozzo sacro, il nuraghe, la domu de jana, i Giganti di Mont’ e Prama, così come ogni ogni singolo lemma, espressione, tradizione e toponimo sardo, sono il Tesoro di tutti e di ciascuno.
Le installazioni che sono state protagoniste delle performance art di Nicola Marongiu, visibili già nell’anteprima del documentario, sono parte del progetto artistico “Sa Sartiglia”, e sono state realizzate con alcune delle 33 opere del primo ciclo nato dalla collaborazione tra Nicola Marongiu e Alfonso Canfora. Ciascuna opera ha un proprio nome ed è plasmata in materiali connessi o ispirati a elementi, archetipi, toponimi, usi e riti che dal particolare portano all’universale.
I luoghi-simbolo scelti per queste prime installazioni sono:
Pozzo Sacro di Sardara, sito nell’area archeologica di Sant’Anastasia
Spiaggia di Maimòni, Cabras
San Leonardo di Siete Fuentes, Santu Lussurgiu
Monte Arci
Nuraghe Losa, Abbasanta.
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
(Marcel Proust)